Tra le chiacchiere tranquille e gli autovelox bruciati le due ore di autostrada passano rapidamente, mentre piano piano la periferia di Roma e il Raccordo Anulare si fanno avanti. Un paio di fermate, prima a fare il pieno in previsione della seconda tappa e poi un'altra per fare 'un altro tipo di rifornimento' per Michele, precedono di poco l'arrivo sotto una palazzina nel punto indicato sulla mappa.
Le auto vengono parcheggiate in uno spiazzo poco distante e tutti scendete dalle auto. Un'altra auto, già ferma nello spiazzo prima di voi, si apre e ne escono quattro persone di cui riconoscete alcuni ghoul presenti alla riunione di poco prima.
Andreas va avanti a parlare con loro mentre Michele e Arturo si fermano a fumare una sigaretta guardandosi intorno. Lo scambio è breve e sono soventi i cenni verso la palazzina.. quando poi scocca la mezzanotte Andreas e il ghoul si dirigono verso il cancelletto e vi fanno cenno di seguirli.
Pochi piani più in alto una porta anonima viene aperta su di un minuscolo appartamento abitato, all'apparenza, soltanto da un ragazzo magrissimo e dai denti marci che vi apre senza fare troppe domande. Vi viene indicato come Teo, e vi viene detto di 'non fare stronzate', finché Michele non tira fuori un sacchetto di quella che sembra essere eroina e Teo non si anima di nuova e pura linfa vitale. Il ragazzo si sposta nell'angolo cucina, spinto dalla forza di una dipendenza che sarebbe paragonabile solo al sangue vampirico, e quando l'ago spinge la sostanza scura nella vena la situazione sembra rilassarsi.
Michele tira fuori un'ennesima sigaretta e fuma mentre controlla il portatile del ragazzo, Andreas si mette a chiacchierare col ghoul, chiedendogli che fine hanno fatto i suoi 'lingotti' e poi si perde in altri discorsi, mentre Arturo, divenuto serio improvvisamente, si mette davanti al ragazzo che si era accasciato sul divano quasi esanime, gli prende la testa e comincia a parlargli sottovoce fissandolo negli occhi.
La seduta di quella che deve essere una forte Dominazione scorre lentamente per una mezz'ora, poi s'interrompe bruscamente e il ragazzo sviene mancando il divano e prendendo in pieno il pavimento. Viene lasciato lì. Qualche secondo dopo Arturo si alza, si asciuga le mani sul muro vicino alla porta, senz'altro una delle cose più pulite in quella stanza, poi dice 'Andiamo'. Per un attimo rimanete a fissare Arturo senza sapere bene cosa fare, poi quando apre la porta gli altri si alzano di scatto e li seguite.
Dopo aver salutato i ghoul ed essersi messi in moto verso la seconda tappa, Andreas passa qualche minuto al telefono con gli altri due e si fa spiegare il tutto. Riuscite a capire quasi tutto, prima di arrivare alla seconda tappa, giusto dalle sue risposte.
"Ma li ha visti davvero?"
"Sì, chiaro.. la Masquerade gliene sbatte una sega.. ma non è possibile dai"
"Ok, quanti erano..? Due gruppi da..? Cinque, d'accordo.."
"Ok ma ha parlato con qualcuno..? Non che.. sì, ok, sì sì, pensavo.. ok"
"Beh non è che.. mh.. nient'altro di strano..?"
"Ok allora l'altro.. no no non scherziamo.. no.. va bene"
Alla fine della telefonata vi guarda con un sorrisetto al limite della pazienza, poi parcheggia l'auto e di nuovo scendete per incontrarvi coi ghoul. La discussione tra Andreas e l'ometto dura ancora meno della precedente e, mentre ancora parlano, vi fa cenno di raggiungerli mentre si spostano verso un negozio di scarpe chiuso.
"..la posta è la stessa, il premio pure.. cambia il servizio, ma la merce è sempre intatta", dice il ghoul.
Andreas, mentre bussa sette volte alla porta poi altre due, finisce il discorso con un secco "Odio i cambiamenti, l'importante è che il suo cervello continui a funzionare". Un gesto di assenso da parte del ghoul e il suo allontanamento verso l'auto precedono di qualche secondo un rumore di passi da dietro la porta ed una chiave che gira.
Un anziano signore con grossi occhiali e un braccio fasciato riprende il bastone mentre Andreas spinge la porta in avanti ed entra senza troppi complimenti, con voi al seguito. L'uomo rimane lì vicino alla porta mentre il gruppetto si trasferisce nel seminterrato dove, intenta a guardare in una ventina di schermi, una giovane donna è seduta su di una poltroncina. Alza lo sguardo appena entrate poi di nuovo lo riabbassa, visibilmente arrossita. E' vestita e truccata da ufficio, ma il suo viso logorato da un lavoro stressante appare comunque evidente a tutti; alcuni lividi su una mascella e su di una tempia sono stati abilmente mascherati ma l'ombra, da vicino, è palese.
"Benvenuti", dice, appena sottovoce, la segretaria alzandosi dalla sedia. Andreas, nel suo atteggiamento serio e teso da quando ha spinto la porta d'ingresso, non si fa scrupoli e l'avvicina prendendola per il mento, osservando attentamente quelle ombre scure sotto il fondotinta. Dopo qualche secondo la lascia andare senza cambiare espressione. La segretaria arrossisce di nuovo e fissa il pavimento. Arturo si fa avanti ma questa volta Michele lo ferma col braccio sul petto. Tra i due vibra un attimo di tensione, poi Michele si fa avanti e si siede davanti ai monitor insieme alla segretaria.
"Carla", dice, "ho bisogno che tu mi ascolti un attimo", lei si volta verso di lui, ancora imbarazzata, mentre Michele comincia a parlarle addormentandole lo sguardo. In quel mentre Arturo esce dalla stanza e ritorna dopo un paio di minuti, pulendo vistosamente una pistola che ripone su una scrivania mentre comincia a smontarla.
Arturo termina l'operazione prima di Michele, e quando quello finisce, lasciando addormentata Carla direttamente su una tastiera sotto ai molteplici monitor, anche Andreas, che si era interessato alle strade inquadrate dalle telecamere, si alza e tutti vi allontanate. Nell'uscire, passate sopra al cadavere dell'anziano signore, immerso in una pozza di sangue ben poco attraente.
Quando uscite il ghoul di prima è lì ad attendervi, seduto sul cofano della sua Alfa blu, ma Andreas non si ferma nemmeno e gli dice soltanto un 'C'è da pulire' mentre vi avvicinate alle vostre auto e ripartite.
Andreas rimane in silenzio per tutto il viaggio, esclusa una brevissima telefonata di pochi secondi tra lui e l'altra auto.
A uscire da Roma ci mettete poco ma è il viaggio fino alla punta della Calabria che sembra durare un'eternità.
Una volta arrivati, alle cinque del mattino, entrate direttamente nel vano auto di un piccolo traghetto approdato in una zona dismessa del porto turistico di Reggio Calabria. In pochi minuti sbarcate in Sicilia.