HURRICANE MADAMA

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INES TABUSSO
00martedì 21 novembre 2006 18:08
"Corriere della Sera", 20 novembre 2006, "Intercettazioni. Un decreto e troppa fretta", di Vittorio Grevi:

"Ispirato alla innegabile esigenza di prevenire e, comunque, di sanzionare con forza la indebita detenzione e pubblicazione dei risultati di intercettazioni o di altre interferenze, illecitamente operate, nelle altrui comunicazioni telefoniche o telematiche (con l' incomprensibile esclusione delle illecite intercettazioni ambientali), il decreto legge dello scorso 22 settembre è stato ieri convertito in legge a seguito di un itinerario parlamentare teso e tormentato (...) il principale problema era e rimane quello della prevista distruzione dei supporti e degli altri atti nei quali risulti documentata la suddetta attività illecita. Che la relativa documentazione debba venire al più presto distrutta continua ad essere un punto fermo del decreto convertito in legge, dove è stato anzi delineato un apposito procedimento di fronte al giudice per le indagini preliminari, cui il pubblico ministero dovrà richiedere, entro 48 ore, la distruzione di quei materiali. Tuttavia, una disciplina del genere, capovolgendo un principio cardine del processo penale, dimentica che i medesimi materiali costituiscono il «corpo del reato» commesso attraverso simili operazioni di interferenza nelle altrui comunicazioni: sicché appare assai rischioso, ai fini della stessa punibilità di tale reato, che si proceda alla loro distruzione prima dello svolgimento del pur necessario processo".

archivio.corriere.it/archiveDocumentServlet.jsp?url=/documenti_globnet/corsera/2006/11/co_9_06112...






"The New York Times", 21 Novembre 2006, "In New Orleans, Rust in the Wheels of Justice", di Christofer Drew:

"Diciassette mesi fa, a New Orleans, quando fu arrestato, Edward Augustine aveva una pistola alla cintola, e in tasca delle sostanze che, secondo la polizia, erano marijuana e crack. Pareva uno dei soliti sospettati di spaccio: facile provare la sua colpevolezza e metterlo dentro.
Ma, solo due mesi piu' tardi, con l'uragano Katrina, l'acqua della piena del fiume entro' nelle cantine del Tribunale invadendo il labirinto di stanze che ospita l'Ufficio corpi di reato, disperdendo decine di migliaia di oggetti, e lasciando un unico, fetido ammasso.
Quando finalmente, a ottobre, Augustine arrivo' a processo, gli ufficiali preposti non erano piu' in grado di ritrovare le tre cose di cui avevavano maggiormente bisogno per provare il reato: il sacchetto con la marijuana, le dosi di crack, e la pistola.
Il giudice archivio' il caso, e Augustine fu lasciato libero".

www.nytimes.com/2006/11/21/us/21evidence.html?_r=1&ore...



[Modificato da INES TABUSSO 21/11/2006 18.10]

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