Biografia da Wikipedia (prima parte)
Rino Gaetano, all'anagrafe Salvatore Antonio Gaetano (Crotone, 29 ottobre 1950 – Roma, 2 giugno 1981), è stato un cantautore italiano, ricordato per la sua voce ruvida, per l'ironia e i nonsense caratteristici delle sue canzoni, nonché per la denuncia sociale spesso celata dietro testi apparentemente leggeri e disimpegnati.[2]
Rimasto profondamente legato alle sue origini calabresi, rifiutò ogni sorta di etichetta e, a differenza di numerosi suoi contemporanei, evitò di schierarsi politicamente. Nonostante questo, i suoi componimenti non mancano di riferimenti e critiche alla classe politica italiana: Gaetano arrivò in alcuni suoi brani a fare nomi e cognomi di uomini politici del tempo e non solo e, anche per questo, i suoi testi e le sue esibizioni dal vivo furono più volte segnati dalla censura.
Crocevia della sua carriera fu l'esperienza sanremese con il successo di Gianna; per molto tempo infatti gran parte del pubblico italiano lo ha ricordato solo per questo episodio e per questa canzone. I suoi lavori precedenti vennero quasi eclissati dal nuovo successo e ciò che giunse al grande pubblico delle sue canzoni – in primis Gianna – fu soprattutto il nonsense e non tutto ciò che si celava dietro di esso. Tragica e prematura la sua scomparsa: un incidente stradale lo portò via a soli trent'anni.
Il lavoro di Gaetano iniziò ad essere significativamente apprezzato diversi anni dopo la sua morte e molte delle sue canzoni vennero riscoperte soprattutto dopo il 2000, riscuotendo consensi sempre maggiori in particolar modo tra le nuove generazioni e conferendo all'ormai defunto cantautore lo status di artista di culto.
Salvatore Antonio Gaetano nacque a Crotone il 29 ottobre del 1950 da una famiglia originaria di Cutro. In famiglia era chiamato Salvatorino eccetto che dalla sorella maggiore Anna; lei preferiva il diminutivo Rino[senza fonte] che in ultimo soppiantò il nome di battesimo. Nel marzo del 1960, quando l'artista calabrese aveva appena dieci anni, la famiglia si trasferì a Roma per motivi legati al lavoro dei genitori.[4] L'anno dopo Gaetano venne mandato a studiare nel seminario della Piccola Opera del Sacro Cuore di Narni, in provincia di Terni. Tale decisione non fu presa col fine di avviare il ragazzo ad una carriera ecclesiastica; l'intento era probabilmente quello di assicurargli una buona cultura e di non lasciarlo troppo solo, visto che entrambi i genitori lavoravano.[5] Lontano dalla famiglia Gaetano compose il poemetto E l'uomo volò e legò soprattutto con un insegnante, padre Renato Simeoni, che ricorda:
« [Gaetano] sentiva l'importanza dello studio, però aveva anche dei momenti di grande assenza, che non era vuoto. Era molto difficile trovare Rino in situazioni di "vuoto", era sempre mentalmente occupato. C'erano dei gusti, questo mi è sempre sembrato di lui, dei gusti all'interno di questa persona, delle ricerche sue personali che lo tenevano occupato. Lui è stato abbastanza un ragazzo sognante, molto sognante.[6] »
Nel 1967 Gaetano tornò nella città capitolina dove visse il resto della sua vita, prima in via Cimone nei dintorni di piazza Sempione, nel quartiere di Monte Sacro e successivamente in via Nomentana Nuova. L'anno seguente, insieme a un gruppo di amici creò il quartetto dei Krounks, un gruppo musicale che eseguiva soprattutto cover. Gaetano suonava il basso all'interno della band e nel frattempo si dilettava a scrivere canzoni. I suoi artisti di riferimento in quegli anni erano cantanti italiani come Jannacci, De André, Celentano, i Gufi, Gian Pieretti e Ricky Gianco ma anche star internazionali, quali Bob Dylan e i Beatles, come si può leggere nel frontespizio di un quaderno che contiene accordi e canzoni scritte da Gaetano proprio in questo periodo
Nel 1969 Gaetano si avvicinò al teatro e iniziò a frequentare il Folkstudio, noto locale romano dove si esibivano molti giovani artisti. Qui ebbe l'occasione di conoscere Antonello Venditti, Ernesto Bassignano e Francesco De Gregori. In questo ambiente emersero in maniera alquanto precoce quelle caratteristiche che differenziavano Gaetano da altri cantanti. La forte ironia dei suoi brani, il suo modo di cantare e di criticare furono mal sopportati da altri membri del Folkstudio. È lo stesso cantautore a ricordare:
« Già quando cantavo al Folkstudio ero al centro di certe discussioni... insomma molti non volevano che io facessi i miei pezzi perché, dicevano, sembrava che volessi prendere in giro tutti.»
Inoltre Gaetano si dimostrò sin da subito poco interessato agli ideali di sinistra e fu probabilmente anche per questo che faticò ad inserirsi nell'ambiente del Folkstudio: la militanza infatti era quasi un dogma per i cantautori in quegli anni.In quello stesso periodo Gaetano si esibì spesso insieme a Venditti in alcuni spettacoli di cabaret organizzati da Marcello Casco. Tra il 1970 e il 1971 inoltre prese parte a diverse rappresentazioni teatrali: recitò i poemi di Majakowskij e interpretò Estragone in Aspettando Godot di Samuel Beckett e la volpe in Pinocchio di Carmelo Bene.
Gaetano nel frattempo si diplomò in ragioneria. Per via dei problemi economici della famiglia, il padre cercò spesso di indirizzarlo verso una carriera ben retribuita e per questo motivo gli procurò un posto di lavoro in banca. Tuttavia i progetti di Gaetano per il proprio futuro divergevano profondamente da quelli del padre, col quale raggiunse un compromesso: avrebbe tentato per un ultimo anno a sfondare nel mondo della musica con la ripromessa che in caso di esito negativo avrebbe accettato di lavorare in banca. Nel 1972 si iscrisse alla SIAE e conobbe Vincenzo Micocci, proprietario della casa discografica It. Quello stesso anno incise un primo 45 giri con l'etichetta discografica milanese Produttori Associati, contenente i brani Jacqueline e La ballata di Renzo, ma il disco non venne mai stampato.
Nel 1973 Gaetano incise un 45 giri con la It, I Love You Maryanna/Jaqueline, prodotto da RosVeMon (acronimo delle iniziali dei cognomi di Aurelio Rossitto, Antonello Venditti e Piero Montanari). Il cantautore tuttavia preferì firmare il singolo con lo pseudonimo di Kammamuri's, in omaggio ad un personaggio dei Pirati della Malesia di Emilio Salgari. Secondo Micocci la scelta di utilizzare uno pseudonimo era probabilmente frutto della timidezza e dell'insicurezza di Gaetano. Il cantautore pareva essere alquanto dubbioso soprattutto riguardo alle sue abilità canore e quindi rispetto all'eventualità di cantare egli stesso i propri brani. Gaetano non era particolarmente intonato, basti pensare che ai tempi delle medie, a Narni, fu escluso dal coro del Seminario, ma è stato, secondo molti esperti del settore, proprio il suo modo di cantare naturale e "sporco" a conferire una tale intensità ai suoi brani.
Lo stesso Micocci ricorda:
« Si considerava un autore, non un cantante. Era convinto di non avere una bella voce, tanto che dopo l'uscita di I Love You Maryanna, quando fu l'ora di incidere il primo album, venne a dirmi che sarebbe stato meglio far cantare le sue canzoni a un amico. Io, naturalmente, mi misi a ridere e lo mandai in studio.»
Il 45 giri presentava testi comici e goliardici, caratterizzati dalla demenzialità e dal nonsense: Gaetano tentava in tal modo di dissacrare il mondo cantautorale impegnato.[15] Sulla figura di Maryanna, destinataria dell'amore di Gaetano in una delle due canzoni, sono state fatte molte ipotesi. La più accreditata, sostenuta anche dalla sorella del cantautore, Anna Gaetano, è che la canzone fosse dedicata alla nonna Marianna. Secondo altri invece il brano alluderebbe provocatoriamente alla marijuana o ad un altro personaggio salgariano, Lady Marianna
Il 1974 fu sicuramente un anno molto importante per Gaetano: scrisse i testi del suo primo album, Ingresso libero, poi pubblicato nel novembre dello stesso anno, ed incontrò Bruno Franceschelli, con il quale nacque poi un'intensa amicizia. Bruno ricorda così il loro primo incontro:
« Erano gli inizi degli anni Settanta, quando in un bar a Montesacro, il nostro quartiere, io e Rino ci incontrammo per la prima volta. In quel bar io «giocavo a dama» mentre Rino «beveva birra chiara in lattina», quel bar si chiamava il Barone. Potrei definire quell'incontro come il ritrovarsi di due che si cercano da tempo.[16] »
Gaetano descrisse l'atmosfera del bar menzionato da Franceschelli nel brano Tu, forse non essenzialmente tu. Al momento dell'incisione del disco, però, il cantautore mostrò ancora delle perplessità tanto da arrivare a proporre un altro cantante per i propri testi; Micocci tuttavia riuscì a persuadere Gaetano a cantarli.
La copertina dell'album ritrae il cantante, in un'immagine volutamente sfocata, mentre cammina davanti a un muro di mattoncini della sua prima casa a Roma e su una porta è appeso un cartello «Ingresso libero». Il titolo allude all'entrata di Gaetano nel mondo della musica.[17] Il disco non riscosse grande successo, mentre il 45 giri tratto dall'album Tu, forse non essenzialmente tu/I tuoi occhi sono pieni di sale ebbe maggior fortuna, catturando soprattutto l'attenzione di Renzo Arbore e Gianni Boncompagni, che inserirono più volte i due brani nella scaletta del loro programma radiofonico Alto gradimento.[4] Rispetto al primo 45 giri, le canzoni di questo nuovo album mostravano un maggiore impegno sociale ed abbracciavano temi quali l'emarginazione e l'alienazione industriale.[18]
Gaetano, nello stesso anno, tramite la RCA, scrisse tre canzoni per Nicola Di Bari: Prova a chiamarmi amore, Questo amore così grande e Ad esempio a me piace... il Sud, incluse nell'album Ti fa bella l'amore[19]. Nessuna delle tre canzoni ebbe gran fortuna.[20] La canzone Ad esempio a me piace... il Sud partecipò quell'anno a Canzonissima ma venne eliminata nelle prime fasi, al contrario la versione spagnola Por ejemplo ottenne un notevole riscontro in America Latina.[21]
Il successo arrivò l'anno successivo con il 45 giri Ma il cielo è sempre più blu. Si trattava in realtà di un 45 giri piuttosto atipico: esso conteneva una sola canzone divisa in due parti. Gaetano in questa canzone propose diversi spaccati di vita quotidiana, descrivendoli con ironia, luoghi comuni e contraddizioni. Nel settembre del 1975 il cantautore spiegò in un articolo di Ciao 2001:
« Ci sono immagini tristi o inutili, ma mai liete, in quanto ho voluto sottolineare che al giorno d'oggi di cose allegre ce ne sono poche ed è per questo che io prendo in considerazione chi muore al lavoro, chi vuole l'aumento. Anche il verso «chi gioca a Sanremo» è triste e negativo, perché chi gioca a Sanremo non pensa a chi «vive in baracca». »
Questo brano segnò il primo grande successo di Gaetano ma la popolarità del cantante era ancora molto limitata. Nello stesso articolo di Ciao 2001, infatti, si può leggere:
« Questa è una canzone che molta gente canticchia o fischietta pur non conoscendone l'autore.[22] »
Gaetano cominciò ad esibirsi sempre più di frequente nei concerti dal vivo, facendo soprattutto da apripista a Venditti e altri cantanti già affermati. Quello stesso anno inoltre scrisse insieme a Bruno Franceschelli Ad esempio a me piace..., una commedia in due tempi, una sorta di mix tra musica e teatro. A tal proposito Gaetano dichiarò in un'intervista dell'epoca:
« Nei prossimi mesi usciranno un 45 giri intitolato Berta filava e un LP dal titolo Mio fratello è figlio unico. Ma prima ho un altro impegno importante: farò coppia in teatro con il mio amico Bruno Franceschelli, riproponendo, sulle scene, il solito problema dell'incomunicabilità, dell'isolamento e dell'esclusione.»
Questa rappresentazione tuttavia, a causa di vari problemi, non andò mai in scena.