SE MICHELE...

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INES TABUSSO
00domenica 10 settembre 2006 14:34

LA STAMPA
8 settembre 2006
DA GIOVEDI’ 14 RITORNA IL CONDUTTORE EPURATO NEL 2002 CON L’EDITTO BULGARO DEL CAVALIERE: «IL MIO ANNO ZERO NON SARÀ CHIACCHIERA ALLA FLORIS E MENTANA»
Santoro: farò una tv scomoda e inviterò anche Berlusconi
Difende Mimun e Vespa: «Che errore mandarli via»
di Costanza Rizzacasa d’Orsogna



ROMA. «Se Michele riesce a non fare il solito Santoro può diventare divertente e anche spiazzante». Marco Travaglio introduce così «Anno Zero», il programma che segna il ritorno in tv del mattatore di «Sciuscià» e del «Raggio Verde» e che lo vedrà ospite fisso in studio. «Se Michele riuscirà a portare in tv meno opinioni e più fatti, allora avrà vinto la scommessa.

Perché delle opinioni la gente ne ha fin sopra i capelli, se invece gli racconti i fatti è una bella novità. Non a caso in questi anni la censura ha riguardato i fatti, non certo le opinioni».

Ed è proprio per portare in tv i fatti che nel programma di Santoro, al via giovedì 14 settembre in prima serata su Raidue, il reportage occuperà lo spazio principale. Cinquanta minuti monografici su un tema di attualità da decidere di settimana in settimana. Per un andamento narrativo e un Santoro che non è più padrone assoluto dello studio. «Abbiamo fatto una scelta drastica - spiega Santoro -. Per i dibattiti ci bastano già Floris e Mentana: metti quattro politici in scena e il risultato è sempre quello. Quel format è stato anche il nostro, qualcuno dice anche che l’abbiamo inventato noi, ma oggi appartiene a troppe trasmissioni. Da qui la decisione di concepire “Anno Zero” come un magazine, però fatto in diretta e monografico, esaminando le diverse sfaccettature di un problema, e di avere un solo politico per puntata».

Lo spazio riservato ai politici sarà diviso «equamente» fra sinistra e destra, e Santoro tiene a dire che non risparmierà nessuno. «La prima puntata sarà dedicata a un’inchiesta sull’immigrazione in Italia, che sarà scomoda per la destra; la seconda, tutta su Napoli, farà arrabbiare la sinistra». Ospite della prima puntata sarà Fausto Bertinotti, intervistato da Rula Jebreal, che promette di essere «incalzante», ma ci sarà anche uno sketch di Corrado Guzzanti. E poi via via D’Alema, e forse addirittura Berlusconi, l’uomo che con l’editto bulgaro, quattro anni e rotti fa, proprio Santoro aveva epurato dalla tv. Berlusconi Santoro lo inviterà personalmente, «per sottolineare la grande disponibilità a non considerare ciò che è successo».

Anche se il ricordo fa male ancora, Santoro spera che non si ricommettano gli stessi errori, ora che è cambiato il governo: «la gravità sistemica dell’editto bulgaro - ha ricordato Santoro è che venivamo colpiti da una sorta di anatema televisivo, non avevamo altri posti dove andare. Mentre adesso, se la Rai commettesse l’errore di valutare superficialmente persone come Bruno Vespa o Clemente Mimun il danno sarebbe per l'azienda ma non per la libertà di espressione perché non credo che Mediaset sarebbe così stupida da non approfittarne».

«Riparto da zero - osserva il giornalista, la cui mossa è definita “generosa” dalla Jebreal -. Berlusconi è il capo dell’opposizione e fa notizia. Per questo mi piacerebbe averlo in trasmissione». E giura di non sentirsi in competizione col Ballarò di Floris. «Un tempo in Rai convivevano Michele Santoro, Paolo Frajese, l’Annunziata - ricorda -. Ho concepito “Anno Zero” completamente diverso dal programma di Giovanni anche per accentuare questo elemento di convivenza. Oltretutto noi abbiamo solo 11 puntate - dice un po’ polemico -, non siamo mica inseriti in un progetto.

Quando il programma finirà dovrò chiedere all’azienda che collocazione vera intende darci». In studio anche la voce «giovane e fresca» di Beatrice Borromeo, «che esprimerà giudizi e sensazioni su quello che andrà in onda», e poi Marco Travaglio e il vignettista Vauro. A cui Santoro ha chiesto di «essere scomodi a 360 gradi», connotazione che però rifiutano entrambi. «La categoria degli scomodi non mi piace - osserva Travaglio -: se ti definisci tale vuol dire che metti già in piedi una posa. D’altro canto, se oggi rivedi un programma come “Milano, Italia” di Gad Lerner, ti vengono i capelli dritti a pensare a quanto sia regredita in questi anni la tv». E Vauro, le cui vignette a «Sciuscià» e al «Raggio Verde» causarono più di un imbarazzo, dice: «Io non ho bisogno di essere scomodo, ma certo il bello della vignetta è che prende per il sedere».

Travaglio a ogni puntata racconterà una storia. «Se si parlerà d’Europa cercherò di far vedere come alla sinistra oggi l’Ue piaccia molto meno. Perché quando bacchettava la destra andava bene, ma oggi che chiede rigore a loro fanno gli insofferenti». Se invece in studio ci fosse Berlusconi si potrebbero leggere degli atti giudiziari o delle intercettazioni. «Oppure potrei aggiornare il mio libro “Le mille balle blu”, su tutte le bugie del Cavaliere. Perché io il libro l’ho pubblicato, ma nel frattempo Berlusconi ha continuato a dire balle».






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