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Destino

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    Fantomarco
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    00 03/11/2005 19:36
    Se siamo tutti destinati a morire, ciò significa che la morte è il destino di tutti, e se la morte è una certezza, allora lo è anche il destino:
    morte = destino
    morte = certezza
    destino = certezza
    Logico no? [SM=g27828]
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    00 03/11/2005 19:49
    Re:

    Scritto da: Fantomarco 03/11/2005 19.36
    Se siamo tutti destinati a morire, ciò significa che la morte è il destino di tutti, e se la morte è una certezza, allora lo è anche il destino:
    morte = destino
    morte = certezza
    destino = certezza
    Logico no? [SM=g27828]



    già nella logica tutto è possibile.....ma quello che hai detto non è vero
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    Fantomarco
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    00 03/11/2005 20:05
    Re: Re:

    Scritto da: omir 03/11/2005 19.49
    quello che hai detto non è vero

    Come no? L'ho dimostrato! [SM=g27828]

    Scherzi a parte, si può dibattere all'infinito sul destino, ma sarebbe come dibattere sull'esistenza o meno di Dio, degli extraterrestri, dei fantasmi, ecc...

    Sarebbe interessante trovare davvero una risposta che confermerebbe queste domande, invece si possono solo fare supposizioni.

    Io la mia idea l'ho già scritta all'inizio della discussione, e se altri utenti vogliono dire la loro, sono liberi di farlo... ma se non conocordano con me verranno bannati! [SM=x478727]
    [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828]
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    omir
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    00 03/11/2005 20:22
    Re: Re: Re:

    Scritto da: Fantomarco 03/11/2005 20.05
    Come no? L'ho dimostrato! [SM=g27828]

    Scherzi a parte, si può dibattere all'infinito sul destino, ma sarebbe come dibattere sull'esistenza o meno di Dio, degli extraterrestri, dei fantasmi, ecc...

    Sarebbe interessante trovare davvero una risposta che confermerebbe queste domande, invece si possono solo fare supposizioni.

    Io la mia idea l'ho già scritta all'inizio della discussione, e se altri utenti vogliono dire la loro, sono liberi di farlo... ma se non conocordano con me verranno bannati! [SM=x478727]
    [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828]



    il tuo ragionamento penso sia inattaccabile....ma mi riferivo alla verità degli enunciati. [SM=g27823]

    ad esempio la morte non sappiamo che cosa sia di preciso....la morte corporea è una cosa ma poi l'anima?(hai visto che bravo che sono.....ho fatto il collegamento con la sala video: "21 grammi")

    ma non voglio deviare visto che una discussione sulla morte è già stata aperta.




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    Fantomarco
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    00 17/11/2006 01:01
    Ho deciso di riprendere questa discussione perché mi sono accadute proprio recentemente una serie di coincidenze particolari!

    Innanzitutto conviene fare due premesse…

    Dal 2004 studio all’Università di Verona muovendomi col treno da Bolzano. Siccome nel 2003 avevo iniziato gli studi a Trento, mi ero fatto l’abbonamento BZ-TN, che ho deciso di mantenere anche quando mi sono trasferito a Verona. Infatti, sfruttando l’abbonamento da BZ a TN e poi facendo il biglietto normale da TN a VR, ho calcolato che avrei risparmiato circa 10 euri al mese! L’unica scocciatura è dovuta al fatto che, nel viaggio di ritorno da VR a BZ, mi tocca scendere a TN per timbrare il biglietto dell’abbonamento, stratagemma che non devo fare nel viaggio di andata, dato che a Bolzano posso timbrare entrambi i biglietti! A Trento sono costretto quindi a scendere dal treno, passare dal sottopassaggio, timbrare il biglietto nell’atrio della stazione e poi ripassare dal sottopassaggio e sperare di trovare ancora il treno sul binario, altrimenti mi tocca attendere quello successivo!

    E ora siamo giunti alla seconda premessa…

    Per procurarmi i libri, li cerco nelle biblioteche di VR, TN o BZ. In due biblioteche di TN avevo trovato dei libri che mi servivano, ma per uno ho dovuto fare richiesta di prestito interbibliotecario, mentre l’altro ho dovuto prenotarlo perché era già in prestito. Ero quindi in attesa che mi chiamassero da una o dall’altra parte per avvertirmi della disponibilità di uno o dell’altro libro. Ma questo martedì, visitando il sito della biblioteca di TN dalla sala informatica di VR, ho scoperto che il libro prenotato era stato dato in prestito fino al 7 dicembre! Di regola, però, avrebbero dovuto bloccarlo e avvertire chi lo aveva prenotato (e cioè io) della sua disponibilità... cosa che invece non è avvenuta! Mi ero promesso, quindi, che sarei andato a lamentarmi solo quando sarebbe arrivato anche l’altro libro, onde evitare di fare troppi viaggi col treno.

    Ed ora siamo finalmente giunti al dunque…

    Questo mercoledì torno da VR, ma alla stazione di TN non riesco nella mia manovra di timbratura e risalita sul treno. Nel giro di pochi minuti mi suona il cellulare: è la biblioteca di TN che mi avverte dell’arrivo del libro per il quale avevo fatto richiesta di prestito interbibliotecario. E questa è la prima coincidenza: se fossi riuscito a prendere il treno, la telefonata mi sarebbe giunta quando ero già in viaggio per BZ! A questo punto colgo la palla al balzo e, dopo aver preso il libro, vado anche nell’altra biblioteca a chiedere spiegazioni sull'altro libro che avevo prenotato. Una volta giunto a destinazione, ecco la seconda coincidenza: i bibliotecari mi dicono che il libro è rientrato proprio poche ore prima e quindi è disponibile!
    In sintesi, se non avessi perso il treno non sarei riuscito a prendere nessuno dei due libri, e questo avrebbe ritardato la mia preparazione per gli esami!

    A me sembra di aver vissuto una serie di coincidenze incredibili, soprattutto quando mi ha telefonato la biblioteca pochi minuti dopo che ho perso il treno: un tempismo perfetto!

    Ora mi chiedo...
    Se non fossero avvenute queste coincidenze, che mi hanno permesso di prendere i libri che mi servivano, cosa sarebbe successo? I libri sarebbero stati dati in prestito a qualcun altro ed io ora mi sarei ritrovato ad aspettare chissà quanto per poterli riprenotare? Vi faccio presente, tra l'altro, che questi libri li avevo prenotati già da metà ottobre! E se invece fossi riuscito a procourarmeli comunque nel giro di pochi giorni? Allora tutte quelle coincidenze che mi sono capitate potevano anche non accadere! Magari, chissà, qualche altro studente stava cercando i miei stessi libri, ma grazie a quanto è accaduto sono riuscito ad anticiparlo!

    Si potrebbero fare infinite riflessioni, ma senza arrivare ad una risposta esauriente...
    E comunque, ora non posso farmi bocciare all'esame relativo ai libri che mi sono procurato, altrimenti quanto è accaduto non avrebbe senso... sempre che ci sia un senso a tutto ciò!
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    MarcoPantani
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    00 17/11/2006 14:24
    Più che coincidenza lo chiamerei culo!!!

    [SM=g27828]

    Comunque io per 10 euro al mese di risparmio non avrei fatto questo casino... e quindi non avrei avuto la coincidenza!

    Io invece un venerdì 17 sono caduto in bici, però un altro venerdì 17 mi hanno chiamato per l'assunzione attuale e oggi è ancora venerdì 17... e finalmente ho avuto l'occasione di chiacchierare per oltre mezz'ora con la mia collega più carina.
    In pratica il venerdì 17 per me si sta dimostrando una giornata non normale, può essere o fortunata o sfortunata, non neutrale.
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    Fantomarco
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    00 21/11/2006 16:03
    Restando in ambito universitario…
    Da quando ho deciso d'intraprendere gli studi ho vissuto vicende abbastanza curiose…
    La voglia di tornare all’università mi è venuta nel 2002, ma decisi d'iscrivermi nell’anno accademico 2003-04. Questa mia scelta di tardare di un anno sembrò rivelarsi sbagliata, dato che il corso di laurea a cui volevo iscrivermi, nell’anno accademico precedente, era a libero accesso, mentre nel 2003 fu introdotto il test d’ammissione che non riuscì a superare! Decisi comunque di non demordere e mi iscrissi al corso di laurea in Lettere moderne a Trento, dato che aveva materie affini a Scienze della comunicazione: il mio obiettivo era di portarmi avanti con gli esami e poi riprovare a superare il test a Verona l’anno successivo. Pur scoprendo che la biblioteca di Trento offriva servizi gratuiti (come il prestito interbibliotecario e l’ordine d’acquisto), che a Bolzano non erano ammessi, non avevo comunque intenzione di proseguire gli studi in quel corso, dato che avrei dovuto superare materie difficili come il Latino e l’Inglese (per il quale erano previsti 5-6 esami per completare il programma!).
    Nel settembre del 2004 riprovai a superare il test, ma le mie speranze erano basse: le questioni erano di carattere generale e quindi bisognava essere “tuttologi”; nonostante i 250 posti a disposizione, al test s'iscrissero circa 500 studenti, molti dei quali provenivano dai licei classici, e quindi erano più preparati di me che avevo un diploma di “analista contabile”! Se non fossi riuscito nell’intento, decisi che avrei fatto un altro anno a Trento, cercando sempre di fare gli esami affini, e poi riprovare l’anno successivo a superare il test a Verona. Speravo però di non dover essere costretto a rimandare troppe volte, altrimenti avrei dovuto prendere una decisione definitiva: abbandonare gli studi o provare a laurearmi mettendomi sotto con il Latino e l’Inglese!
    Per fortuna non sono arrivato a questo punto perché, grazie forse all’esperienza maturata a Trento, riuscì a superare il test e a garantirmi l’accesso al corso di laurea a cui auspicavo.
    Mi accorsi successivamente che l’anno passato a Trento fu estremamente produttivo: innanzitutto mi permise di sfruttare ancora la biblioteca trentina per procurarmi i libri di studio, visto che i servizi offerti a Verona non erano altrettanto vantaggiosi; inoltre, in seguito al mio inserimento nell’Università veronese, riuscì a farmi riconoscere tutti gli esami che avevo dato l’anno prima, nonostante alcuni non fossero affini, ed uno di questi, oltretutto, mi servì per superare quello d’Inglese a Verona, risparmiandomi parecchie grane (non entro nei dettagli, altrimenti mi dilungherei troppo). Negli anni successivi riuscì a superare abbastanza rapidmente gli altri esami in programma, anche grazie ad una gestione delle lezioni che mi permise di organizzarmi al meglio (a Trento, al contrario, la gestione delle lezioni era pessima)!
    A questo punto mi convinsi che l’esperienza di Trento fosse stata indispensabile per permettermi di affrontare al meglio il corso a Verona… e i vantaggi che ne seguirono sembravano confermare che le vicende accadute facessero parte di un "disegno perfetto": se mi fossi iscritto a Verona nell’anno accademico 2002-03 (quando l’accesso era libero) o se fossi riuscito a superare il test d’ammissione al primo tentativo, tutti questi vantaggi non li avrei avuti!
    Di recente, però, è accaduto un fatto che quasi smentisce queste coincidenze: quest’estate, per motivi di salute non ho potuto fare gli esami che mi ero pianificato, ed ora mi trovo in notevole ritardo con il programma. Perché è accaduto tutto ciò? Dovrò aspettare per capire se anche questo fatto fa parte del “disegno perfetto”, oppure quanto mi è successo dimostra che quello che ho passato era tutto casuale? Adesso sto cercando di rimettermi in pari, e fra un po’ scoprirò se c’è o meno una spiegazione a tutto ciò…
    forse! [SM=x478730]
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    Fantomarco
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    00 06/12/2006 10:42
    Mi è tornata in mente una vicenda accaduta alcuni anni fa!
    È necessario, però, fare alcune premesse…

    Ho vissuto più di 2 anni in provincia di Genova, dove ho giocato in una squadra di calcio di III categoria. Desideravo realizzare almeno un gol per avere un ricordo quanto meno positivo di quella esperienza, perché per me concludere quelle due stagioni senza segnare sarebbe stato come visitare Roma senza andare al Colosseo, oppure come mangiare una bistecca senza sale, oppure come vedere un film con un brutto finale...
    Le occasioni per segnare non sono mancate, ma per vari motivi non ho potuto gioire per un gol. Mi ricordo ancora di alcune occasioni clamorose…
    Una volta ho fatto partire un tiro da circa 25 metri col sinistro (che non è il mio piede preferito) ma il pallone ha mancato di circa 5-10 centimetri l’incrocio dei pali! In un’altra occasione mi sono esibito con un colpo di testa (che non è esattamente la mia dote migliore) all’altezza del dischetto del rigore, ma il pallone si è stampato sul palo! Nell’ultima partita della prima stagione ho ricevuto palla al limite dell’area, ho dribblato due difensori ed ho tirato; il portiere si stava tuffando dalla parte opposta, ma con la punta del piede è riuscito a toccare il pallone quel tanto che basta per fargli attraversare tutta la linea di porta, sfiorare il palo ed uscire sul fondo! In un’altra partita, un mio compagno batte una punizione dal limite passandomi il pallone; io tiro e faccio gol, ma l’arbitro non convalida la rete perché non ha fischiato; abbiamo protestato dato che il mio compagno non aveva chiesto la distanza della barriera, e quindi poteva battere la punizione senza bisogno del fischio dell’arbitro, ma questi non ha voluto sentire ragioni e non ha convalidato il mio gol!

    Ma veniamo alla storia che voglio raccontarvi...
    Alla vigilia di una gara casalinga non mi sono presentato all’allenamento perché diluviava. Il giorno della partita vado al campo, ma il mister non mi accoglie benevolmente: non essendomi presentato all’allenamento non mi aveva inserito nella lista dei convocati. Io non mi ero posto il dubbio, dato che fino a quel momento ero sempre stato convocato. Alla fine, però, sono stato reinserito nella rosa al posto di uno di 2 miei compagni che erano acciaccati. Non è che la cosa mi rese particolarmente felice, perché il mister mi lasciò intendere che sarei rimasto per tutti i 90 minuti in panchina, nonostante in III categoria sia possibile effettuare fino a 5 sostituzioni!
    Ma ecco che iniziano ad accadere le prime coincidenze…
    Nel corso del primo tempo il mister è costretto già a bruciare 2 sostituzioni, perché 2 miei compagni s’infortunano. Nel corso della ripresa, l’allenatore effettua altre due sostituzioni, e proprio uno dei nuovi entrati sblocca il risultato! Il tempo scorre inesorabilmente, ed in panchina sono rimasto io insieme al portiere e all’altro giocatore acciaccato. L’allenatore in 2a, di sua iniziativa, si rivolge al mister per suggerirgli di effettuare l’ultima sostituzione al fine di perdere tempo, visto che mancavano pochi minuti e stavamo vincendo 1-0. Il mister si volta, guarda la panchina e fa un’espressione come a dire: “Dovrei mettere uno di quei 3? Ma siamo pazzi?”. A questo punto, sempre di sua iniziativa, l’allenatore in 2a fa il mio nome al mister, e questi si convince a fare l’ultima sostituzione. Ormai, però, era il 90°, ed i minuti di recupero erano solamente 2. Dopo circa un minuto ricevo palla a ¾ di campo all’altezza della linea laterale, proprio a pochi metri dalla mia panchina; alle mie spalle sento la voce del mister che mi dice di andare sul fondo e tenere palla; in poche parole mi stava suggerendo di perdere tempo; io, però, forse per ripicca o forse perché volevo cercare di fare qualcosa di buono in quei pochi secondi che rimanevano, ho deciso di accentrarmi e di crossare al centro… ricordo quella scena come se fosse avvenuta al rallentatore: eludo il mio avversario e faccio partire un cross a rientrare sul secondo palo; la palla sorvola l’area di rigore e all’altezza del dischetto un mio compagno svetta per colpire di testa, ma il pallone è troppo alto; la sfera prosegue nella sua traiettoria e comincia a scendere; il portiere, intanto, era rimasto immobile in mezzo alla porta perché si aspettava una deviazione; all’altezza dell’area piccola un altro mio compagno si getta in scivolata per deviare il pallone, ma il mio cross è troppo lungo; a quel punto il portiere si tuffa in direzione della palla, ma ormai la sfera si trova a pochi centimetri dalla porta e s’insacca in rete inesorabilmente! Pochi secondi più tardi l’arbitro fischia la fine della partita.
    In sintesi, io ero destinato a non giocare quella partita, ma in seguito ad una serie di eventi inaspettati (reinserimento nella lista all’ultimo momento, infortunio di due giocatori nel corso della partita, insistenza dell’allenatore in 2a per fare l’ultima sostituzione) sono entrato in campo a pochissimi minuti dal fischio finale. Oltre a questa serie di eventi, vorrei far notare anche il modo in cui ho realizzato il gol: il mio non era un tiro, ma un cross che solo per questione di centimetri non è stato deviato dai miei compagni e non è stato parato dal portiere; bastava che il cross fosse stato pochi centimetri più basso o pochi centimetri più corto o pochi centimetri più centrale, e quel pallone non sarebbe entrato da solo!
    In poche parole, il destino ha voluto esaudire il mio desiderio in un modo bizzarro: il mio unico gol doveva essere un gollonzo, che tra l’altro si è realizzato dopo una serie di eventi a mio avviso incredibili!

    Particolarità numeriche: questo fatto che vi ho illustrato avvenne sabato 13 aprile, ed in quell’occasione indossavo la maglia numero 17! [SM=x478735]
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    MarcoPantani
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    00 06/12/2006 13:46
    Questo non è destino... è CULO!!!

    [SM=x478696]

    Nello sport di coincidenza ne accadono un casino.
    Poi sinceramente non credo che un goal ti cambi la vita.

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    Fantomarco
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    00 06/12/2006 23:14
    Infatti, quel gol non mi ha assolutamente cambiato la vita, ma ha reso la mia esperienza ligure un po' più interessante! [SM=g27828]
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    00 17/01/2011 23:33
    Questo pezzo tratto dal film "il curioso caso di Benjamin Button" calza a penello in questa discussione.
    La nostra percezione di fortuna/sfortuna, coincidenze e intrecci vari ci fa riflettere sul preciso momento vissuto ma a volte ci dimentichiamo cosa può essere capitato a monte.Anche i gesti quotidiani più insignificanti, risalenti ad ore o giorni prima, possono innescare una catena di avvenimenti totalmente imprevedibile. Alla fine tutto è davvero importante.
    Il video lo spiega davvero bene..

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