È necessario, però, fare alcune premesse…
Ho vissuto più di 2 anni in provincia di Genova, dove ho giocato in una squadra di calcio di III categoria. Desideravo realizzare almeno un gol per avere un ricordo quanto meno positivo di quella esperienza, perché per me concludere quelle due stagioni senza segnare sarebbe stato come visitare Roma senza andare al Colosseo, oppure come mangiare una bistecca senza sale, oppure come vedere un film con un brutto finale...
Le occasioni per segnare non sono mancate, ma per vari motivi non ho potuto gioire per un gol. Mi ricordo ancora di alcune occasioni clamorose…
Una volta ho fatto partire un tiro da circa 25 metri col sinistro (che non è il mio piede preferito) ma il pallone ha mancato di circa 5-10 centimetri l’incrocio dei pali! In un’altra occasione mi sono esibito con un colpo di testa (che non è esattamente la mia dote migliore) all’altezza del dischetto del rigore, ma il pallone si è stampato sul palo! Nell’ultima partita della prima stagione ho ricevuto palla al limite dell’area, ho dribblato due difensori ed ho tirato; il portiere si stava tuffando dalla parte opposta, ma con la punta del piede è riuscito a toccare il pallone quel tanto che basta per fargli attraversare tutta la linea di porta, sfiorare il palo ed uscire sul fondo! In un’altra partita, un mio compagno batte una punizione dal limite passandomi il pallone; io tiro e faccio gol, ma l’arbitro non convalida la rete perché non ha fischiato; abbiamo protestato dato che il mio compagno non aveva chiesto la distanza della barriera, e quindi poteva battere la punizione senza bisogno del fischio dell’arbitro, ma questi non ha voluto sentire ragioni e non ha convalidato il mio gol!
Ma veniamo alla storia che voglio raccontarvi...
Alla vigilia di una gara casalinga non mi sono presentato all’allenamento perché diluviava. Il giorno della partita vado al campo, ma il mister non mi accoglie benevolmente: non essendomi presentato all’allenamento non mi aveva inserito nella lista dei convocati. Io non mi ero posto il dubbio, dato che fino a quel momento ero sempre stato convocato. Alla fine, però, sono stato reinserito nella rosa al posto di uno di 2 miei compagni che erano acciaccati. Non è che la cosa mi rese particolarmente felice, perché il mister mi lasciò intendere che sarei rimasto per tutti i 90 minuti in panchina, nonostante in III categoria sia possibile effettuare fino a 5 sostituzioni!
Ma ecco che iniziano ad accadere le prime coincidenze…
Nel corso del primo tempo il mister è costretto già a bruciare 2 sostituzioni, perché 2 miei compagni s’infortunano. Nel corso della ripresa, l’allenatore effettua altre due sostituzioni, e proprio uno dei nuovi entrati sblocca il risultato! Il tempo scorre inesorabilmente, ed in panchina sono rimasto io insieme al portiere e all’altro giocatore acciaccato. L’allenatore in 2a, di sua iniziativa, si rivolge al mister per suggerirgli di effettuare l’ultima sostituzione al fine di perdere tempo, visto che mancavano pochi minuti e stavamo vincendo 1-0. Il mister si volta, guarda la panchina e fa un’espressione come a dire: “Dovrei mettere uno di quei 3? Ma siamo pazzi?”. A questo punto, sempre di sua iniziativa, l’allenatore in 2a fa il mio nome al mister, e questi si convince a fare l’ultima sostituzione. Ormai, però, era il 90°, ed i minuti di recupero erano solamente 2. Dopo circa un minuto ricevo palla a ¾ di campo all’altezza della linea laterale, proprio a pochi metri dalla mia panchina; alle mie spalle sento la voce del mister che mi dice di andare sul fondo e tenere palla; in poche parole mi stava suggerendo di perdere tempo; io, però, forse per ripicca o forse perché volevo cercare di fare qualcosa di buono in quei pochi secondi che rimanevano, ho deciso di accentrarmi e di crossare al centro… ricordo quella scena come se fosse avvenuta al rallentatore: eludo il mio avversario e faccio partire un cross a rientrare sul secondo palo; la palla sorvola l’area di rigore e all’altezza del dischetto un mio compagno svetta per colpire di testa, ma il pallone è troppo alto; la sfera prosegue nella sua traiettoria e comincia a scendere; il portiere, intanto, era rimasto immobile in mezzo alla porta perché si aspettava una deviazione; all’altezza dell’area piccola un altro mio compagno si getta in scivolata per deviare il pallone, ma il mio cross è troppo lungo; a quel punto il portiere si tuffa in direzione della palla, ma ormai la sfera si trova a pochi centimetri dalla porta e s’insacca in rete inesorabilmente! Pochi secondi più tardi l’arbitro fischia la fine della partita.
In sintesi, io ero destinato a non giocare quella partita, ma in seguito ad una serie di eventi inaspettati (reinserimento nella lista all’ultimo momento, infortunio di due giocatori nel corso della partita, insistenza dell’allenatore in 2a per fare l’ultima sostituzione) sono entrato in campo a pochissimi minuti dal fischio finale. Oltre a questa serie di eventi, vorrei far notare anche il modo in cui ho realizzato il gol: il mio non era un tiro, ma un cross che solo per questione di centimetri non è stato deviato dai miei compagni e non è stato parato dal portiere; bastava che il cross fosse stato pochi centimetri più basso o pochi centimetri più corto o pochi centimetri più centrale, e quel pallone non sarebbe entrato da solo!
In poche parole, il destino ha voluto esaudire il mio desiderio in un modo bizzarro: il mio unico gol doveva essere un gollonzo, che tra l’altro si è realizzato dopo una serie di eventi a mio avviso incredibili!
Particolarità numeriche: questo fatto che vi ho illustrato avvenne sabato 13 aprile, ed in quell’occasione indossavo la maglia numero 17!